Lo indica lo studio della Stanford University, pubblicato sulla rivista Nature Communications
L'immunoterapia, già usata con successo contro alcune forme di tumori, potrebbe essere in futuro una delle nuove frontiere del trattamento della fibrosi polmonare, una malattia causata da progressive cicatrici nei polmoni che rendono difficile la respirazione e che portano i pazienti a essere dipendenti dall'ossigeno. Lo indica lo studio della Stanford University, pubblicato sulla rivista Nature Communications, che nei topi ha dimostrato come i fibroblasti, le cellule del tessuto cicatriziale che è tipico della malattia, possono proliferare evitando la 'sorveglianza immunitaria', cioè il processo naturale con cui i tessuti sono mantenuti sani eliminando le cellule che potrebbero causare malattie. Dunque, i fibroblasti usano le stesse dinamiche delle cellule tumorali. Nello studio i ricercatori hanno dimostrato come bloccando la segnalazione di alcune proteine, il trattamento immunoterapico ha migliorato notevolmente il tessuto polmonare, aumentando la rimozione delle cellule fibrotiche. Per la coordinatrice della ricerca, Gerlinde Wernig, "questo risultato presenta la speranza di una nuova opzione di trattamento che potrebbe migliorare le condizioni dei pazienti con fibrosi polmonare".
fonte: Nature Communications
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